Aperto questa mattina il convegno dedicato alle opere giovanili di Zandonai

Si è aperto questa mattina con il saluto del sindaco di Rovereto il convegno internazionale dedicato alla produzione giovanile di Riccardo Zandonai, partito da Sacco, figlio di un calzolaio, e diventato compositore di successo e fama internazionale nei primi decenni del '900. Andrea Miorandi da sindaco ha ricordato l'impegno dell'amministrazione in quest'opera di riscoperta e ribadito il ringraziamento e l’appoggio al Centro Internazionale di Studi Zandonai, che insieme all'Accademia degli Agiati, organizza il convegno in svolgimento alla Sala della Fondazione Caritro. Miorandi ha poi confermato che a sostenere il Centro studi c'è ora un formale protocollo d'intesa.E' poi toccato al presidente del Centro, Bruno Ballardini, inaugurare formalmente il covegno, sottolineando che tutti gli eminenti studiosi attesi, una quindicina da molte parti del mondo, anche da oltre Oceano, sono presenti, senza forfait dell'ultimo minuto: un buon auspicio e un segno di attenzione. Hanno inoltre portato un saluto sentito l'ex assessore regionale Margherita Cogo e, in rappresentanza della Fondazione Caritro, Giuseppe Osti.
I lavori della mattinata, moderati da Guido Salvetti, presidente della Società italiana di musicologia, sono stati dedicati all'inquadramento generale del periodo e degli anni della formazione. Diego Cescotti, studioso. musicista e responsabile scientifico del convegno, ha rievocato la vita di Zandonai a partire dall'infanzia, che lo vede precoce e attivissimo già a otto anni con la banda di paese. Da Sacco alla scuola musicale di Rovereto fino al Conservatorio di Pesaro con Mascagni, Zandonai brucia le tappe e a 18 anni ha già il diploma di maestro compositore. Le tappe successive sono Milano, i salotti buoni e un contratto con casa Ricordi. La carriera di Zandonai inizia presto e in maniera brillante. Nel frattempo il Trentino è in fermento, come ha ricordato nell'intervento successivo Fabrizio Rasera, presidente dell'Accademia roveretana degli agiati, e il giovane musicista di Sacco entra negli ambienti irredentisti grazie all'inno degli studenti trentini, di cui compone la musica su versi di Mazzoni.
L'ultimo intervento della mattinata, di Jürgen Maehder (Freie Universität, Berlin), è stato dedicato a "Scelte drammaturgiche e musicali nell'opera italiana del primo Novecento".Nel pomeriggio la sessione incentrata sull'orizzonte letterario, moderata da Paola Maria Filippi (Università di Bologna), ha visto tre interventi. Adriana Guarnieri Corazzol (Università Ca' Foscari, Venezia) ha parlato di "Scelte poetiche e predilezioni letterarie del giovane Zandonai". Federica Fortunato (Conservatorio di musica, Messina) e si è concentrata sulle liriche da camera di Zandonai: dall'apprendistato al confronto con la modernità. L'ultimo intervento è stato di Annarita Zazzaroni (università Alma Mater, Bologna) che ha messo a fuoco un aspetto importante: il rapporto e l'incontro del maestro roveretano con uno dei  grandi poeti italiani dell'epoca, Giovanni Pascoli, visto anche nella veste di librettista.Il convegno riprende domani mattina alle ore 10.15. Questa sera alle 20.30 alla Filarmonica si terrà il concerto, con una selezione di brani appunto delle opere giovanili di Zandonai.


Ufficio Stampa Zandonai
(Pegasomedia Comunicazioni)